Il 16 e 17 marzo a Ferentino e il 23 marzo a Bologna abbiamo avuto il piacere e l’orgoglio di presentare gli artisti di ARCA, ideato da Matteo Gobbo, Giampaolo Parrilla e Danilo Paris come un progetto per dispositivi nomadi di accoglienza dell’immaginario e archeologia del possibile.
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Come scrive Giulia Bocchio su Poetarum Silva: l progetto ARCA punta ad attirare l’attenzione su tematiche distanti, iper-oggetti, come scrive Thimothy Morton, e allo stesso tempo a riqualificare o forse squalificare, rendere stranieri, alcuni luoghi storicamente importanti, ma marginalizzati.
Una tecnologia dello spossessamento del nostro sé dalla nostra specie, per sdebitarci, per s-nobilitarci e affidare le nostre radici all’altrove. Più che un’epica del presente sepolto e del locale da cui poi si diramano i passati, i futuri e gli assenti, è un trasloco dell’epicentro poetico.
Il Canto VI svoltosi a Ferentino presso la sede dell’Associazione Le Strenghe, che ringraziamo per l’ospitalità, ha ospitato l’installazione ambientale Fragili soglie creata dall’artista Francesca Romana Cicia e la lettura poetica e performativa di opere originali:
- La vipera, di Giulia Bocchio, interpretata da Maria Adelaide De frabcesco
- Pianto della memoria, di Luciano Valle
- Irradiazioni da Sandro Penna, interpretate da A. Pischedda
- La ragazza andava a letto presto la sera, di Irene Sabetta
- Entropie, irradiazioni di Derek Jarman, Henry Fiorini
- Incunabolo i fratelli, irradiazioni con Antonella Pischedda
- La Jannara, di Elisa Longo
- Canto per non essere più l’essere, canto VI di Danilo Paris
- Canti Elettrici, irradiazioni con Antonella Pischedda
- Entropie, irradiazioni da Mario Luzi, Henry Fiorini
- Nel mare, di Germana De Vincenzi
Alcuni scatti realizzati da Marzia Incitti
Canti elettrici è patrocinato da Provincia Creativa, con il supporto della birreria Kloster Keller e il partenariato con la rete di imprese di Ferentino Le Botteghe sotto i Campanili.
Ringraziamo Francesca Giansanti per il manifesto.
Il 23 marzo abbiamo collaborato con l’Associazione Ottovolante per realizzare presso Arco Iris di Bologna Arca V -Canti di Sabbia, una rapsodia in due canti( Shekhinah; Yadon Yylaheya) con coro a tre voci e una monodia, indagine geo-mitopoietica sulla valle del Giordano, per pensare una voce aldilà dell’umano e dell’attuale, oltre la sabbia, nella lingua del fororácide estinto e dei crinoidi, uno sprofondamento nella memoria insabbiata della Nakba e delle sue voci poetiche, metafore del verbo che non ha voce.
Se la parola è negata, la cercheremo nella lingua volatile e in quella delle moltitudini coralline e crinoidee che sgorgano dalle sabbie sottomarine.
Con la serie pittorica “New Martyrs” di Giampaolo Parrilla e la “stanza rituale” “Non avrai altro dio..” di Matteo Gobbo.
Movimenti scenici e coro: Luciano Valle , Francesco Battistini e Samuele Bortolotti
In dedica a Mamhoud Darwish.
